Saluto del Dirigente
Nell’assumere servizio, al mio primo incarico, come dirigente scolastico dell’ I.C Primo Levi, desidero rivolgere il mio cordiale saluto
Agli alunni
Ai Genitori
Ai Docenti
Al Direttore S.G.A
Al Personale ATA
Al Consiglio d’Istituto
Alla RSU e organizzazioni sindacali
Al Sindaco
All’Assessore alla Pubblica Amministrazione
Alle realtà istituzionali, culturali e sociali del territorio
Nell’assumere servizio, al mio primo incarico, come dirigente scolastico dell’ I.C Primo Levi, desidero rivolgere il mio cordiale saluto agli alunni della nostra scuola, alle famiglie, ai docenti, al Direttore dei Servizi Generali Amministrativi, a tutto il personale ATA (assistenti amministrativi e collaboratori scolastici), ai membri del Consiglio d’IStituto e all’intera comunità scolastica, di cui sono parte integrante le istituzioni locali, in particolare il Sindaco e l’intera Amministrazione Comunale, le Organizzazioni sindacali, gli interlocutori delle differenti realtà istituzionali, culturali e sociali del territorio che collaborano con la scuola per contribuire al suo funzionamento e al successo formativo.
Inizio questo nuovo percorso con trepidante emozione ed una buona dose di apprensione ma anche con entusiasmo e senso di responsabilità, consapevole dell’impegno che mi attende per il mantenimento e, mi auguro, per un accrescimento degli standard di qualità di questa scuola che sono chiamata a dirigere.
Mi sento onorata di entrare a far parte di questa “squadra” che opera già all’insegna della ricerca, della sperimentazione e dell’innovazione, considerandoli strumenti necessari ed imprescindibili per una scuola che abbia il coraggio di guardare al futuro.
Auspico che tutti gli “attori” che partecipano alla vita della scuola siano consapevoli dell’importanza di un così delicato ed impegnativo lavoro che, di anno in anno, diviene sempre più complicato poiché sempre più complessa diventa la nostra società. La scuola, oggi più che mai, è chiamata a raccogliere le tante sfide impegnative che, affrontate con audacia e costanza, le permettono di assolvere il suo compito istituzionale: mettere ogni alunno, nessuno escluso, nella condizione di raggiungere il successo formativo che, necessariamente, passa attraverso quello scolastico. Mi permetto, pertanto, di sottolineare che alla scuola spetta il compito di formare persone capaci di affrontare le sfide che i nuovi scenari culturali e sociali pongono dinanzi a noi, penso in particolare alla globalizzazione e all’esplosione delle nuove tecnologie dell’informazione. Occorre, pertanto, formare persone che, da un lato, attraverso uno studio approfondito delle discipline, maturino competenze salde e sicure, ma che, allo stesso tempo, siano spinte a superare i confini delle discipline diventati ormai limitanti. Ecco perché occorrono proposte educative e didattiche che sappiano rispondere ai compiti divenuti ormai ineludibili per la scuola: “insegnare ad essere” e “insegnare ad apprendere”. È compito e impresa avventurosa “fare scuola” sollecitando gli studenti a contestualizzare le conoscenze, fornendo loro le chiavi per apprendere ad apprendere, rendendoli sempre più coscienti che l’istruzione rappresenta l’investimento più importante per il loro futuro. Perché un Paese cresca è indispensabile che chi lo abita sia capace di pensiero divergente, di capacità critiche, che sia propositivo e in grado di generare un pensiero autonomo. È il sapere, nella sua trasversalità, senza parcellizzazioni, senza gerarchie, la più alta garanzia di libertà. È responsabilità di tutti noi, quindi, attrezzare ambienti educativi e di apprendimento che sappiano soddisfare gli ambiziosi obiettivi fissati in ambito europeo, lasciandoci guidare sempre dalla necessaria opportunità di agire localmente pensando globalmente.
Auspico pertanto che la nostra scuola-comunità, nell’adempimento del suo compito-servizio, possa crescere in spirito di collaborazione, in serenità, ricchezza culturale senza ostentazioni o manie di protagonismo. Gli obiettivi che vogliamo perseguire sono legati alla creazione di un clima di lavoro sereno, costruttivo, condiviso, possibile soltanto se saremo sempre sostenuti dalla consapevolezza e convinzione che ogni nostra scelta deve essere guidata dalla centralità dell’alunno. .
Per far questo, la scuola ha bisogno della collaborazione sempre più solida delle famiglie ed ha necessità di operare in stretta sinergia con l’Ente Locale e con il privato sociale. La scuola “si fa” tutti insieme: docenti, studenti, personale, adulti di riferimento. La scuola che tutti intendiamo e sognare e costruire è una scuola disponibile a lasciarsi educare, capace di rinunciare a forme di arroccamento autoreferenziale, disposta a contemplare il rischio di poter sbagliare. Una scuola in cui ognuno è chiamato a mettere in campo le risorse che ha, proprio come gli strumenti di un’orchestra, per provare a sperimentare la fatica di creare una sinfonia che è ben altra cosa della somma dei vari strumenti. Da parte mia, cercherò di non disattendere impegni e responsabilità e a tutti chiedo la collaborazione affinché ciò che è nelle intenzionalità diventi la concretizzazione di una condivisa progettualità.
Buon lavoro a tutti.
Francesca Toscano